Lucherino testa nera, nuovo fenotipo!

Lucherino testa nera, nuovo fenotipo!

Tra gli spinus americani maggiormente allevati in ambiente domestico, oltre al frenetico Cardinalino del Venezuela, troviamo anche il Lucherino Testa Nera che, negli anni, ha avuto una crescita esponenziale sia sul campo espositivo e sia sul campo selettivo, dovuta soprattutto al sopraggiungere di nuove mutazioni che esperti allevatori della specie hanno saputo selezionare o introdurre tramite ibridazioni interspecifiche.

Attualmente, le mutazioni presenti che modificano il fenotipo classico del Lucherino T.N. sono:

  • – Standardizzate FOI
  • – Topazio (autosomica recessiva), Diluito Singolo e Doppio Fattore (autosomica a dominanza incompleta).
  • – Non standardizzate FOI – Albino impropriamente chiamato lutino (autosomica recessiva), la Bruno e la Pastello (entrambe recessive legate al sesso).

Vi sono pure mutazioni combinate come la pastello-bruna non esponibili nelle mostre ornitologiche nazionali, in quanto lo standard ufficiale esclude la sovrapposizione di mutazioni di melanine con l’unica eccezione di poterle abbinare con una sola mutazione che riguarda il lipocromo (es. avorio, giallo…).
Ulteriori mutazioni sono in fase di studio o di traslazione quali: la silice, la satinè, l’avorio, la “citrino”.

Ma ora veniamo al dunque: alba di nuovo fenotipo? Se la mente non mi inganna, nella stagione riproduttiva del 2018, durante una consueta discussione ornitologica domenicale tra amici estimatori della specie, Antonio esclamò :«da una coppia di lucherini testa nera classici è nato un diluito». Io e Vincenzo, sbalorditi dalle parole pronunciate dall’amico esperto, ribattemmo :«avrai fatto confusione con le uova», ma Antonio, mostrandoci delle foto del soggetto, continuò a descriverci sul come aveva faticato a far svezzare quel soggetto e che nelle precedenti covate aveva notato dei soggetti palesemente chiari rispetto al resto dei fratelli, non riuscendo a farli arrivare allo svezzamento.

Al termine della muta, l’unico soggetto svezzato risultò maschio e venne esposto al Salone dei Fringillidi di Paola (CS) ove non attirò grande interesse. Sia il soggetto “mutato” che il padre non arrivarono alla stagione riproduttiva successiva.

Sconfortato da quanto accaduto, Antonio iniziò negli anni successivi a testare la discendenza della coppia iniziale senza ottenere alcun soggetto “mutato”. Poi ad aprile c.a. Antonio mi inviò delle foto di due soggetti appartenenti alla stessa nidiata, pronti allo svezzamento, con due fenotipi particolari e differenti tra di loro, ma entrambi con evidente melanizzazione del becco e delle zampe (foto gruppo 1).

foto Gruppo 1

foto Gruppo 1

Come per incanto, era riapparsa la presunta “mutazione”, ma un nuovo dilemma ci assalì: perché due fenotipi differenti? Sarà dovuto alla struttura delle melanine che ne determina il dismorfismo sessuale presente nella specie? (foto gruppo 2 e 3).

Foto gruppo 2. (particolari del soggetto a fenotipo chiaro prima della muta) maschio

Foto gruppo 2.

Foto gruppo 2.

 

Nonostante l’entusiasmo, Antonio, per motivi lavorativi e personali, non riuscendo a gestire più l’allevamento, a fine maggio mi cedette gran parte dei suoi soggetti, inclusi i “mutati”. Or dunque, tocca a me proseguire il lavoro svolto da Antonio, accertare il tipo di trasmissione che attualmente si presume essere autosomica recessiva ed eseguire dei test di complementazione con la mutazione fenotipicamente assimilabile: l’opale.

Foto gruppo 3 (particolari del fenotipo “scuro” prima della muta) femmina

Foto gruppo 3.

Foto gruppo 3.

 

Vedremo cosa accadrà nella prossima stagione riproduttiva. Con queste poche righe volevo far conoscere il lavoro svolto da Antonio Gatto e il supporto di Vincenzo Gattuso, due grandi amici con i quali ho condiviso tanti percorsi ornitologici, sperando in un loro celere ritorno in campo. Grazie ragazzi! Questo è per me il vero motore del nostro Hobby.