L’arricchimento ambientale in avicoltura

L’arricchimento ambientale in avicoltura

(Pubblicato su Italia Ornitologica)

Gli animali che vivono in cattività dipendono completamente dall’uomo per il loro fabbisogni. La consapevolezza  di questa dipendenza ha fatto si che, negli ultimi anni  sia cresciuto l’interesse non solo per  i bisogni fisici ma anche per quelli psicologici degli animali in cattività. L’arricchimento ambientale è certamente lo strumento migliore e più immediato per garantire tutto ciò  . Queste strategie, la cui efficacia  è già stata documentata a partire dagli anni ottanta   vengono ormai ampiamente applicate per moltissime specie mantenute in cattività tra cui animali da reddito, da laboratorio, da zoo, acquari etc, e sono molto spesso argomento di discussione scientifica per tecnici come  veterinari e naturalisti, mentre, ancora sono poco conosciute nel mondo dell’ornicoltura amatoriale, rimanendo confinate a grandi  farms e collezioni dove gli arricchimenti vengono routinariamente somministrati agli uccelli di ogni genere e specie.

In natura gli uccelli trascorrono la maggior parte del tempo cercando cibo e acqua , rifugio dai predatori e allevando  la propria prole. Inoltre utilizzano molte  energie nella scelta del partner e/o nella difesa del  territorio.  Al contrario in cattività hanno una vita protetta da tutti gli imprevisti , cibo sempre a disposizione, pochissimi stimoli esterni, assenza di predatori etc. Tutto ciò li può indurre ad sviluppare turbe del comportamento come movimenti stereotipati, aggressività sui conspecifici o sul partner, autodeplumazione, cannibalismo etc.  Di conseguenza, molto spesso, questi soggetti non raggiungono una forma fisica   adeguata, non iniziano un ciclo riproduttivo , oppure manifestano aberrazioni nel comportamento , come deposizioni a terra, rottura delle uova,  aggressione dei piccoli etc. Moltissimi dei nostri allevamenti per ragioni di spazio e di risorse economiche sono ubicati in piccoli locali interni che già di per sé privano i nostri beniamini di numerosi stimoli quantomeno visivi ed uditivi, inoltre, come ho avuto modo di notare molte volte,  quasi tutti gli allevatori si preoccupano, spesso anche in maniera maniacale, di garantire igiene assoluta e alimenti di prima scelta. Grande attenzione viene posta alla scelta ed alla qualità degli alimenti, come è giusto che sia, ma gli stessi vengono somministrati in recipienti a portata di becco per gli uccelli , velocemente sostituibili e lavabili per non togliere troppo tempo all’allevatore. Il risultato di ciò è spesso una tipologia di  allevamento che io uso definire “corsia ospedaliera” certamente impeccabile dal profilo igienico sanitario ma assolutamente inadeguato per le caratteristiche etologiche di molte specie. Il potere familiarizzare con il concetto di arricchimento ambientale può contribuire in maniera sostanziale a migliorare le condizioni psicofisiche dei soggetti che alleviamo, riuscendo anche in spazi ridotti con piccoli accorgimenti a migliorare le condizioni di l’allevamento di specie più problematiche o semplicemente più esigenti. E’ bene riflettere che tanto più gli animali da noi allevati dedicano tempo alla ricerca del cibo, al gioco, al movimento etc, quanto più saranno favoriti nell’esprimere comportamenti molto vicini a quelli manifestati in natura. Inoltre minore è la dimensione della nostra gabbia o voliera, maggiore sarà la necessità di garantire i giusti stimoli psicofisici. Una voliera esterna alberata non necessita di particolari accorgimenti, ma una gabbia da 120 cm certamente si. Trasferire un fringillide o un pappagallo da una voliera ad una gabbia di preparazione mostra senza un minimo di arricchimento genera un grande stress che spesso si traduce in una pessima preparazione alle esposizioni, infatti il soggetto benché completamente domestico tenterà solo di fuggire ferendosi o rovinando il piumaggio oppure svilupperà movimenti stereotipati piuttosto che mantenere una postura fisiologica sul posatoio. Come ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica la somministrazione costante di questi arricchimenti determina in genere un aumento dei livelli di attività dei soggetti (con conseguente forma fisica migliore), un aumento dei comportamenti affiliativi, una diminuzione o molto spesso una scomparsa dell’aggressività  e delle stereotipie con indubbi vantaggi anche per l’allevamento naturale senza uso di balie.

Tipologie di arricchimento

Esistono diverse tipologie di arricchimento sviluppate e studiate principalmente da professionisti del settore come veterinari e curatori di zoo parchi o grandi collezioni/allevamenti . Molti di questi accorgimenti possono comunque  essere facilmente  traslati ed applicati anche alle più piccole realtà del nostro hobby.

Arricchimento strutturale: ha lo scopo di riprodurre uno spazio adeguato alle esigenze della specie che vogliamo allevare. Se ad esempio decidiamo di allevare pappagalli del genere cacatua sarà preferibile scegliere delle voliere a pavimento, possibilmente con substrato naturale visto che questi animali trascorrono molto tempo a  terra. Se di contro alleviamo ara o amazzoni che vivono nella fitta boscaglia e si spostano con brevi voli  una voliera sospesa in un’ area poco soleggiata   può essere la soluzione ideale. Circondare il perimetro delle voliere con piante non tossiche è un sistema estremamente efficace oltre che molto gradevole anche per l’allevatore sia che si allevino grandi pappagalli, sia che si opti per estrildidi, fringillidi o insettivori. Questa semplice soluzione permette di creare un ambiente vivo in continua evoluzione con cui gli uccelli possono interagire, inoltre crea un microclima utile agli uccelli mitigando il vento e le correnti d’aria in inverno e attenuando la calura in estate.  La presenza di piante attira piccoli insetti ed invertebrati vari che oltre ad essere un’integrazione alimentari stimolano la predazione. Per le specie molto aggressive come alcuni pappagalli, ma anche fringuelli, frosoni carpodachi, cardinali etc, una fitta vegetazione permette di creare utilissime barriere visive, in pratica di poter “sparire” dalla vista del partner aggressivo   interrompendo  il  comportamento  aggressivo. Tutto ciò può essere in piccolo ricreato anche in una gabbia da 120 cm, qualche ramo di conifera all’interno e delle piante finte sul frontale, possono garantire serenità a molte specie, inoltre i rami all’interno saranno incessantemente beccati dagli uccelli e diverranno un posatoio poco stabile, utilissimo a mantenere attiva la muscolatura e molto gradito dagli uccelli. Di tanto in tanto si provvederà nel sostituirli e spostarli ad altezze differenti in modo da garantire una variabilità nel volo, infatti i muscoli utilizzati per il volo orizzontale non sono i medesimi impegnati nel volo verticale. Posizionando corde di diametro variabile si possono creare dei posatoi mobili simili a radici aeree, moto utili per tenere in forma i soggetti, che dovranno esercitarsi per mantenere l’equilibrio, con indubbio vantaggio per la forma fisica.

Arricchimento sociale: promuove l’integrazione di un individuo in un gruppo sociale, prevede dunque  l’alloggiamento o quanto meno il contatto visivo e/o uditivo con un gruppo adeguato di conspecifici. Dunque se decidiamo di allevare una specie gregaria dobbiamo prevedere la possibilità di allevare almeno 3 o 4 coppie da ospitare in gabbie o voliere attigue con la possibilità di sentirsi e vedersi.

Arricchimento nutrizionale: posizionare alimenti in posti meno accessibili della voliera costringe gli animali ad assumere posture diverse a compiere uno sforzo di volo o di equilibrio come avviene in natura. Posizionare piccoli pezzi di frutta su rami sottili è un ottimo sistema ad esempio per fringillidi o pappagalli. Somministrare gli alimenti vivi come tarme della farina o camole del miele non nelle ciotole ma sparse sul pavimento della voliera , oppure in un vaso con  un pò di foglie secche, se gli uccelli sono in gabbia si può usare un piccolo sottovaso riempito con una manciata di paglia o  trucioli, questo stimolerà molto la predazione ed eviterà agli uccelli di ingozzarsi in pochissimi minuti, favorendo un comportamento più naturale.  Dilazionare la somministrazione di alimenti in più momenti della giornata ( ad esempio germogliati al mattino, frutta e verdura nel pomeriggio) consente agli animali di consumare meglio l’alimento e di utilizzare molto più tempo per il foraggiamento distraendoli da atteggiamenti compulsivi o stereotipati. Somministrare alimenti con colori e consistenze differenti , gli uccelli infatti hanno il senso del gusto principalmente influenzato dal colore e dalla consistenza piuttosto che dall’odore, in questi animali infatti questo senso è praticamente assente, il profumo gradevole del pastone serve solo ad influenzare l’acquirente/allevatore non di certo gli uccelli che lo consumano. Se utilizziamo bacche alterniamo i tipi ed i colori in maniera da stimolare la curiosità, più sarà la varietà somministrata più gli uccelli notoriamente neo fobici saranno disposti a provare nuovi alimenti, tipicamente quando acquisto un nuovo soggetto capisco immediatamente come veniva gestito, se abituato ad una dieta varia assaggerà tutti gli alimenti offerti, se invece non abituato alla varietà ignorerà quasi tutto il cibo diverso dai soliti semi! Nei mesi estivi per variare la consistenza e l’aspetto è indicato somministrare piselli, bacche o insetti  ancora congelati  questo stimola l’interesse degli uccelli che devono faticare un po’ per raggiungere la parte interna della bacca ed ingerirla inoltre rappresenta un gradevole refrigerio alla calura tipica della stagione.

Arricchimento ludico: introdurre oggetti che stimolino comportamenti esplorativi , come la somministrazione di pigne e rami di conifere per i crocieri per stimolare la ricerca dei semi. Nelle voliere dei miei cacatua non manca mai un grosso tronco a terra che lascio marcire, loro amano romperlo per cercare piccoli insetti all’interno esattamente come avviene in natura. L’utilizzo e sostituzione frequente dei posatoi  naturali (rami) stimola l’interesse di quasi tutte le specie ornitiche, rafforza la muscolatura delle zampe che non avranno sempre la stessa presa e attiva l’esplorazione. Se mettiamo un piccolo ramo di conifera in una gabbia di cardellini, verdoni etc, li vedremo subito posarsi sopra ed iniziare ad esplorarlo col becco !!! Ancora avere libero accesso alle vaschette per il  bagno  o dotare le voliere di piccoli irrigatori, stimola gli animali a fare abluzioni frequenti con grande beneficio per la salute ed evidente miglioramento del piumaggio, inoltre per le specie tropicali la stagione delle piogge coincide col periodo riproduttivo e l’aumento della frequenza delle precipitazioni e dell’umidita funge da stimolo riproduttivo.

Arricchimento uditivo: l’importanza di questo punto è molto più elevato di quanto  si possa immaginare, moltissime specie allevate in voliere vicine schermate visivamente ma non acusticamente possono sincronizzare il ciclo riproduttivo in maniera precisissima. Ascoltare i versi di corteggiamento e di copula dei propri conspecifici indica che il territorio è tranquillo e le condizioni sono ideale. Ho potuto constatare personalmente nel mio allevamento questo fenomeno con diverse specie, ad esempio le mie  coppie di crocieri fasciati (loxialeucoptera) depongono tutte nei medesimi giorni pur essendo tipicamente una specie che non ha una stagione riproduttiva definita . Questo è ampiamente documentato anche in molte specie di pappagalli come ad esempio i parrocchetti australiani. Di contro è evidente che non tutte le specie sono gregarie ed alcune possono essere assolutamente disturbate dai versi dei conspecifici.

Conclusioni

Molti dei concetti che ho espresso in questo articolo sono già parte del bagaglio culturale di tanti allevatori, ma spesso il modo ed il momento della loro applicazione sono frutto di una sensibilità particolare , la stessa che fa di alcuni allevatori dei fuoriclasse in grado di allevare in semplicità specie complesse e problematiche. L’osservazione continua, lo scambio di informazioni con altri allevatori, la lettura di libri e riviste specializzate accrescono il nostro bagaglio culturale e ci  permettono, come amo dire, di “ pensare come gli uccelli che allevo” questa  per me è l’essenza di un vero ornicoltore per passione. Ritengo inoltre che tutto ciò  non va inteso come un di più per allevatori perditempo, fuori dagli schemi ed un po’ sui generis , ma dovrebbe essere parte integrante della strategia d’allevamento, un bisogno degli uccelli che alleviamo, da tenere sempre presente e trasmettere agli allevatori più giovani ed inesperti. La somministrazione degli arricchimenti e dunque il raggiungimento del benessere mentale dei nostri beniamini deve poter entrare, a mio avviso,  nelle abitudini o se preferite, negli obblighi morali  di ogni allevatore con la A maiuscola, esattamente come la somministrazione di cibo e acqua o di medicamenti in corso di patologie. Solo così ogni volta che riproduciamo una specie difficile o rara nei nostri aviari saremo certi di avere salvaguardato e portato nelle nostre case un vero animale unico nella sua specie con le sue caratteristiche fenotipiche correttamente selezionate ma anche con le peculiarità comportamentali che lo contraddistinguono.